Professionisti del vino: come autopromuoversi sui social media?


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Amati, odiati, ma in ogni caso ormai indispensabili: per sommelier ed enologi, i social media oggi sono uno strumento di lavoro a tutti gli effetti. 

Capire come sfruttarli in modo efficace non è semplice: 

  • su quali essere presenti? 
  • Con quale frequenza? 
  • Cosa postare? 
  • Come sapere se stanno funzionando e se stanno portando risultati concreti? 

Se ti stai facendo queste domande, continua a leggere: in questa breve guida troverai tutte le risposte fondamentali per strutturare la tua strategia di social media marketing.

Facebook, Instagram, Linkedin, Youtube: quali canali scegliere per promuoversi?

A questa domanda, dobbiamo purtroppo rispondere con un’altra domanda: 

su quali canali si trovano i tuoi potenziali clienti?

La prima valutazione da fare, infatti, è proprio questa. Con così tanti social a disposizione è facile perdere il focus e pensare di dover essere presenti ovunque, oppure lanciarsi su quelli che sembrano essere “i social del momento”. 

Ma non è detto che il social del momento sia anche quello su cui si trovano e interagiscono i tuoi potenziali clienti! La prima cosa da fare, quindi, è un’analisi del tuo target di riferimento e del suo comportamento online. 

Una volta capito dove si trova, potrai anche ragionare su come raggiungerlo e su quale tipo di contenuto realizzare sulle diverse piattaforme.

Facebook, Instagram, Linkedin: meglio un profilo personale o una pagina?

Molti sommelier ed enologi che si avvicinano ai social media con obiettivi di marketing si trovano a fare i conti con una realtà: 

sui canali social, come Facebook e LinkedIn, i post pubblicati dai profili hanno tendenzialmente più visibilità ed engagement rispetto a quelli pubblicati sulle pagine.

Quindi, per fare comunicazione nel vino, è meglio usare il profilo personale? La risposta non è così lineare!

Prendiamo in esame i 3 principali canali sui quali ci si trova di fronte a questa domanda. 

Facebook

qui avere una pagina è indispensabile, per diversi motivi. Apparire più credibile e professionale, innanzitutto, grazie alla possibilità di inserire una bio curata e l’indicazione della tua professione già nel nome della pagina (ad esempio: “Contesti Divini Sommelier”). Ma serve anche poter sponsorizzare i propri contenuti ampliando le proprie cerchie, monitorare i risultati, avere una corretta separazione tra i contenuti legati alla vita privata e quelli legati alla vita professionale

Linkedin

il discorso su LinkedIn è leggermente differente. Anche in questo caso avere una pagina può essere utile per poter accedere a dati analitici e per poter effettuare delle campagne pubblicitarie a pagamento (ma attenzione, devono essere ben ragionate: LinkedIn ha costi maggiori rispetto ad altri canali). Ricordiamo però che LinkedIn è un social network dedicato alle relazioni professionali: qui ha senso utilizzare il profilo per comunicare, entrare in contatto con altri professionisti, raggiungere il proprio target e costruire il proprio personal branding. Il nostro consiglio è quello di far lavorare il profilo in sinergia con la pagina.

Instagram

su Instagram la differenza tra profilo personale e profilo professionale è molto meno marcata rispetto agli altri social che abbiamo visto. In questo caso, attivare un profilo business ti sarà utile per poter monitorare i risultati e avviare campagne pubblicitarie. Apparentemente, profili personali e professionali sono identici, quindi starà a te mantenere il focus su ciò che desideri comunicare e sullo scopo commerciale della tua presenza online.

Personal branding per sommelier ed enologi: cosa pubblicare su social?

I social media sono prevalentemente canali nei quali coltivare il proprio personal branding: difficilmente si otterrà una conversione commerciale su Facebook o Instagram senza traghettare il tuo target su altri canali, come il sito web, la newsletter o una pagina di vendita, dopo un adeguato percorso costruito ad hoc. 

Per un sommelier o un enologo, i social però sono canali importanti per: 

  • farsi conoscere
  • costruire una relazione duratura e restare quindi nella mente del potenziale cliente
  • acquisire autorevolezza
  • far conoscere i propri servizi.

Ecco quindi un altro motivo per distinguere gli account personali da quelli professionali: la possibilità di elaborare un piano di contenuti specifici, che soddisfi queste esigenze.

Facebook, LinkedIn, Youtube e Instagram sono canali dai linguaggi differenti: questo significa che i tuoi contenuti andranno declinati secondo le caratteristiche più adatte alla singola piattaforma. Non cambiano, però, i macrotemi consigliati per promuoverti come enologo o sommelier. 

Usa questi canali per: 

  • raccontare il tuo lavoro quotidiano
  • condividere contenuti che mostrino le tue competenze
  • offrire risposte concrete alle loro domande più frequenti e mostrare in che modo risolvi i problemi del tuo target
  • far sapere che cosa offri e cosa puoi fare per i tuoi clienti (questo tipo di contenuto più commerciale deve essere accuratamente dosato all’interno del tuo piano).

Come capire se la tua strategia social sta funzionando

A questo punto, non ti resta che andare online e monitorare i risultati! 

Come fare? 

Stabilendo un obiettivo concreto per ogni tipo di contenuto che andrai a postare e misurando i relativi dati offerti dalla piattaforma (oppure, usando tool esterni specifici). 

Un esempio?

  • per un post di branding ti sarà utile monitorare l’engagement, cioè se il tuo pubblico di riferimento interagisce e mostra apprezzamento per ciò che stai comunicando
  • per un contenuto che presenta un tuo servizio, potresti voler monitorare quante persone dal tuo post cliccano sulla relativa pagina del tuo sito.
  • per post che puntano a farti raggiungere nuovi utenti, potrai monitorare la crescita dei like o dei follower, mantenendo un occhio nel periodo successivo all’andamento dell’engagement, per assicurarti che le persone raggiunte siano davvero interessate da ciò che stai pubblicando.

Conoscenza del target, strategia, monitoraggio e ottimizzazione: con questi ingredienti, i social media possono trasformarsi in potenti strumenti di marketing per enologi e sommelier!

– Christian forgione 

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