Grazie alla sapiente mano di Medgate, società di spedizioni internazionali con sede a Brescia e Torino, abbiamo approfondito l’importanza di esportare vino all’estero. Del resto, il vino italiano è un’eccellenza richiesta in tutto il planisfero!
Esportare vino, regole diverse per Paesi diversi
Esportare vino nel mondo è un’attività molto interessante e stimolante soprattuto per chi ha intenzione di internazionalizzare il vino.
Il made in Italy riscuote successo e apprezzamenti da ogni parte del mondo, ma, come tutti i mercati, è un’attività fortemente regolamentata, che richiede competenze sempre aggiornate e soprattutto la necessità di collaborare con seri professionisti.
La prima cosa che un piccolo produttore vinicolo, voglioso di esportare il suo prodotto in tutto il mondo deve fare, è porsi alcuni importanti interrogativi:
- In che paesi voglio esportare il mio prodotto?
- Come deve presentarsi?
- Quanto mi costeranno le operazioni di spedizione?
Sono domande basiche che se non trovano le corrette risposte possono far naufragare il progetto prima che veda la luce.
Non stiamo parlando di spedire una bottiglia tramite e-commerce: per questi volumi e con destinatari i consumatori finali, non vi sono particolari problemi se non assicurarsi che la bottiglia arrivi integra grazie ad un corretto imballo e che abbia un’etichetta comprensibile nel paese di arrivo.
Se si volesse spedire ad un altro operatore economico quantità rilevanti di vino, ci si dovrebbe informare sulle normative territoriali, in quanto in ogni paese vi sono limitazioni e regolamentazioni da seguire per l’introduzione delle merci, soprattutto degli alimenti, in quanto nella maggior parte dei casi l’importatore dovrà avere delle licenze d’importazione.
Oltre ai normali documenti per le transazioni internazionali, quali contratti di vendita, fatture, packing list, documenti di trasporto (BL, AWB, CMR), tutti completi di quantitativi, valore merce e voci doganali di rifermento*, l’esportatore dovrà preparare altra documentazione propedeutica all’esportazione del prodotto.
Serviranno quindi:
Etichette diverse a seconda del paese di destino
Eur 1, se necessario
Certificati di analisi circa la composizione del vino
A seconda della destinazione, è richiesto il Bioterrorism act (obbligatorio per gli USA, entrato in vigore nel 2003 a seguito della legge sul bioterrorismo)
Certificati sanitari emessi dalla dogana competente
E altri ancora, che è consigliabile verificare con il proprio spedizioniere di fiducia prima di addentrarsi nella vendita all’estero.
Alcuni paesi richiedono una lingua specifica in cui redigere l’etichetta, la quale dovrà contenere il maggior numero di informazioni possibili circa le percentuali alcoliche e zuccherine, l’origine, il nome del produttore, se vi sia o meno la presenza di sostanze Ogm e a volte anche le avvertenze per i consumatori.
A tal proposito è sempre consigliato un ‘sample’ da inviare al ricevitore, che provvederà a farla visionare agli uffici doganali locali, per avere rassicurazioni sulla sua correttezza
Tre accortezze: imballaggi, accise e garanzie
Preferibile pallettizzare i cartoni su bancali di plastica che, a differenza di quelli di legno, sono accettati in tutto il mondo.
Il costo del trasporto invece dipenderà dal tipo di servizio di cui si vorrà usufruire (Via mare, via aerea, via terra) e dai quantitativi della merce.
Per lunghe tratte, c’è anche la possibilità di spedire in container a temperatura controllata, grazie ai quali il vino viaggia senza essere esposto alle escursioni termiche tipiche delle spedizioni via nave.
In caso di esportazione di alcolici, bisogna porsi il quesito se ci siano o meno delle accise: le accise sono delle imposte indirette calcolate in base alla quantità e al tasso alcolico presente in ogni bottiglia e non sul valore della stessa
Se parliamo di vino “still wine e sparkling wine” le accise non vi sono, ma se parliamo di vini liquorosi o birre, vi rimandiamo alla la tabella qui sotto.
Quindi, che al nostro neofita esportatore non venga in mente di aggiungere al carico una bella bottiglia di grappa locale come omaggio per il cliente estero! Se vi fosse un’ispezione doganale sia in uscita che in entrata incapperebbe in sanzioni, multe e ciò potrebbe precludere l’intera spedizione.
L’ultima cosa che mi sento di consigliare è quella di dialogare tra le parti, acquisire informazioni ognuno sul proprio territorio circa le esigenze in import ed export e poi inizierei con una spedizione di prova, magari di qualche cartone anche per testare come il prodotto accusi il viaggio, rivolgendosi a spedizionieri specializzati in questo settore.
Buona fortuna!
Le tabelle delle Accise
Prodotto | Accisa |
Alcol etilico (per ettolitro anidro) | 1.035,52 euro |
Birra (per ettolitro e per grado plato) | 2,99 euro |
Vino (per ettolitro) |
|
- fermo (still wine) | zero |
- spumante (sparkling wine) | zero |
Bevande fermentate diverse dal vino e dalla birra (per ettolitro) |
|
- ferme (still) | Zero |
- spumanti (sparkling) | zero |
Prodotti alcolici intermedi (per ettolitro) | 88,67 euro |
Vino (articolo 36)
Si intendono per:
a. "vino tranquillo" ("still wine") tutti i prodotti di cui ai codici NC 2204 e 2205, ad eccezione dei vini spumanti definiti nella lettera b), aventi:
un titolo alcolometrico effettivo superiore all’1,2% ma non superiore al 15% in volume, purché l’alcole contenuto nel prodotto finito derivi interamente da fermentazione;
un titolo alcolometrico effettivo superiore al 15% ma non superiore al 18% in volume, purché ottenuti senza arricchimento e l’alcole contenuto nel prodotto finito derivi interamente da fermentazione;
b. "vino spumante" ("sparkling wine") tutti i prodotti di cui ai codici NC 2204 10, 2204 21 10, 2204 29 10 e 2205, che:
sono presentati in bottiglie chiuse con tappo a "forma di fungo" tenuto da fermagli o legacci o hanno una sovrappressione dovuta all’anidride carbonica in soluzione di almeno 3 bar;
hanno un titolo alcolometrico effettivo superiore all’1,2% ma non superiore al 15% in volume, purché l’alcole contenuto nel prodotto finito derivi interamente da fermentazione.
Rientra nell’ambito del vino tranquillo (vino fermo) anche il vino frizzante il quale viene ottenuto da un vino con gradazione alcolica totale maggiore di 9% vol. ed effettiva di almeno 7% vol. con una sovrappressione tra 1 e 2,5 bar.
Nella Tabella delle codifiche per i prodotti alcolici (TA20) riguardo ai vini frizzanti viene indicato lo stesso codice CPA - Categoria Prodotti Accise dei vini tranquilli codice W200, anziché quello dei vini spumanti W300.
Rientrano in tale ambito anche i vini passiti e i vini muffati (come il vino ungherese Tokaij e il vino tedesco Riesling).
Voce | Doganale e descrizione * |
22 | BEVANDE, LIQUIDI ALCOLICI ED ACETI |
2201 | Acque, comprese le acque minerali naturali o artificiali e le acque gassate, senza aggiunta di zuccheri o di altri dolcificanti ne' di aromatizzanti; ghiaccio e neve. |
2202 | Acque, comprese le acque minerali e le acque gassate, con aggiunta di zucchero o di altri dolcificanti o di aromatizzanti, ed altre bevande non alcoliche, esclusi i succhi di frutta o di ortaggi della voce 2009 (NOTA1). |
2203 | Birra di malto. Suddivisione a 6 cifre SA: come voce a 4 cifre. |
2204 | Vini di uve fresche, compresi i vini arricchiti d'alcole; mosti di uva, diversi da quelli della voce 2009. Suddivisione a 6 cifre SA:
|
2205 | Vermut ed altri vini di uve fresche preparati con piante o con sostanze aromatiche. Suddivisione a 6 cifre SA:
|
2206 | Altre bevande fermentate (per esempio: sidro, sidro di pere, idromele, saké); miscugli di bevande fermentate e miscugli di bevande fermentate e di bevande non alcoliche, non nominati ne' compresi altrove. Suddivisione a 6 cifre SA: come voce a 4 cifre. |
2207 | Alcole etilico non denaturato con titolo alcolometrico volumico uguale o superiore a 80 % vol; alcole etilico ed acquaviti, denaturati, di qualsiasi titolo. Suddivisione a 6 cifre SA:
|
2208 | Alcole etilico non denaturato con titolo alcolometrico volumico inferiore a 80 % vol; acquaviti, liquori ed altre bevande contenenti alcole di distillazione. Suddivisione a 6 cifre SA:
|
2209 | Aceti commestibili e loro succedanei commestibili ottenuti dall'acido acetico. Suddivisione a 6 cifre SA: come voca a 4 cifre. |
NOTA |
|
2009 | Succhi di frutta (compreso il mosto di uva) o di ortaggi e legumi, non fermentati, senza aggiunte di alcole, anche addizionati di zuccheri o di altri dolcificanti. |
Esportare vino italiano all’estero, dunque, richiede competenze e informazione. Non si può improvvisare, bisogna agire secondo determinate norme a seconda del Paese nel quale si vuole commercializzare. Ecco perché è fondamentale rivolgersi a professionisti… Noi lo abbiamo fatto e tu?
Hai trovato interessante l'articolo?
NON PERDERTI I PROSSIMI CONTENUTI DI WINE MARKETING
Lascia i tuoi dati (ne avrò cura non piace nemmeno a me lo spam)