Il titolo è provocatorio, certo. Ma ne sono convinto.
Da anni Contestidivini è lo spin off dedicato al vino della nostra agenzia di digital marketing, Digital Mood. E tutto il nostro know how è al servizio anche del wine marketing.
Ho molto rispetto e stima per le persone che lavorano nel settore del vino. Da appassionato vorrei che ogni cantina trovasse la sua massima espressione, soprattutto se si dedica a coltivazioni di nicchia o su terreni impegnativi.
Ed è per questo che, in questo breve testo, vorrei parlare “fuori da denti” a chi sta inseguendo logiche superate o sbagliate nel comunicare il suo vino.
La mia esperienza nel marketing mi porta a riflettere molto sul mercato in cui tutti operiamo:
Cosa fanno le aziende vinicole per migliorare la loro comunicazione?
Investono nel marketing con lungimiranza e con un efficace piano marketing?
O forse trascurano (o addirittura snobbano) questa attività perché non credono appartenga al loro mondo?
Andiamo con ordine e vediamo le tre cose che metti in atto, magari inconsapevolmente, se gestisci un’azienda vinicola che non vuoi far crescere:
non sei in grado di mettere al centro la persona (il cliente) nella tua comunicazione
non hai una logica di trasparenza dei prezzi
investi tempo e risorse per avere l’Instagram più figo del tuo vicino, ma senza una logica aziendale
Sono esagerato? Non credo. Entriamo nel dettaglio di questi punti per capirne a fondo l’importanza e se ti interessano questi argomenti iscriviti alla nostra newsletter qui sotto.
1.Farsi scegliere
La modalità con cui un potenziale cliente scopre e sceglie un vino è profondamente cambiata come è normale che sia. A tal proposito c’è uno studio gratuito di Google che si chiama Messy Middle ( magari a breve scriveremo il Mess Middle del vino) su cui si basano, e si baseranno, tantissime altre azioni marketing nei prossimi anni. Studialo! O fidati di chi lo sta studiando
Ci evolviamo come essere umani pensanti, ci abituiamo a nuove modalità e utilizziamo la tecnologia in modo forse un po’ “fighetto e vanitoso” ma adoriamo provare le nuove funzioni.
Una delle caratteristiche principali delle nuova modalità di approcciarsi alla scelta di un vino è la fase di esplorazione e valutazione.
Nello studio di Google viene disegnata con l’8 rovesciato (simbolo di infinito per farci capire nel modo migliore possibile, il teorema del paradosso della scelta che vivono le persone)
Questa fase è delicata perché spesso sembra senza fine e provoca anche ansia, soprattutto se ciò che dobbiamo acquistare ha anche un valore affettivo (ed il vino spesso si acquista in contesti emotivi)
Va da sé che se la tua attività di comunicazione non è strategicamente pensata per far uscire il cliente dalla fase di esplorazione e valutazione a tuo favore, ogni contenuto che stai mettendo in rete aiuta Amazon, CallmeWine, Tannico e tutti i brand più forti di te.
Perché alla fine l’utente online alla ricerca di un vino da comprare, si fiderà di più di un brand che ha già sentito e da cui si aspetta di non essere deluso.
2.Trasparenza
È una follia pensare di attuare le logiche di pricing degli anni 90 e dei primi anni 2000 nel mondo odierno… vuol dire avere le fette di salame sugli occhi e andare a schiantarsi nel breve.
Nelle mie consulenze è una delle attività che consiglio di fare da subito: è stupido pensare di fare un prezzo a Bari ed un altro a Padova!
Oggi basta inquadrare la tua etichetta con lo smartphone e Google o l’app in un attimo ti dirà un prezzo medio e questo lo sa anche il ristorante e l’enoteca! ( ed i loro gestori)
Ecco perchè è da anni che parlo di importanza di lavorare in ottica SEO alle immagini del tuo vino!
Discutevo di questo con un importante influencer di TikTok che aiuta nuovi ristoranti a creare la lista dei vini. Ahimè anche lui ha confermato che ancora oggi trovi il produttore o distributore che pensa di essere più furbo e non è trasparente sui prezzi. Il risultato è che alimenta solo la sua pessima reputazione, non favorisce certo il business di lungo periodo.
Non puoi prendere decisioni sulla tua azienda, senza ascoltare le conversazioni sul tuo mercato. Se lo fai sei su un terreno minato e ti consiglio di cambiare strada!
3.(A)Social
Nonostante spesso non ci sia impegno in una solida strategia aziendale e trasparenza nei prezzi, continuo a vedere per le cantine grandi miglioramenti creativi in tanti profili instagram.
Ne sono felice, peccato però che poi apro il loro sito o li cerco chiedendo a Google o a Siri di raccontarmi qualcosa sulla loro realtà e…non si trovano o hanno una situazione confusa. Addirittura fatico a capire che sia la stessa azienda con quei post così belli su Instagram!
Non fraintendermi..è bello investire in un Instagram perfetto, ma pensare che basti mi fa ricordare una frase di mio nonno … vuoi essere quello che ha la tomba più bella del cimitero?
Espressione forte lo so, ma maledettamente vera.
L’evolversi delle piattaforme e delle abitudini dei consumatori deve portare ad una profonda riflessione su come e quanto investire su strumenti che per essere efficaci necessitano di investimenti.
Va capito come possano essere funzionali per te e la tua azienda.
Quindi, se rifletti sulla tua cantina, fai una di queste tre cose?
Preferisci davvero rinunciare a crescere e ad affermare la tua etichetta?
Se ti va di confrontarti scrivici. Una chiacchierata conoscitiva è sempre il primo passo per capire se possiamo essere il giusto partner per la tua azienda.
Come amiamo dire: tutto nasce da una stretta di mano, ma in principio da una mail 😉 info@contestidivini.it