Etichette vino moderne. La nuova frontiera di QualityChain

Quality_Chain
Le etichette come abbiamo raccontato nell'articolo su l'importanza delle etichette, rappresentano un elemento essenziale nella composizione del prodotto vino. Vista l'alta concorrenza, creare delle etichette vino moderne aiuta il brand a farsi conoscere e apprezzare dall'utente. 


Da questo punto di vista una delle possibilità più interessanti e originali riguarda la tecnologia blockchain, alla base del progetto QualityChain.

Per spiegare di cosa si tratta abbiamo deciso di farcelo dire direttamente da Saverio Salaris, uno dei foondatori del progetto

Intervista a Saverio Salaris


Co-fondatore di QualityChain

"QualityChain è un nuovo modo di concepire il prodotto agroalimentare. Cerchiamo di trasformare il prodotto in un’esperienza digitale, utilizzando dei QR code appositi che collegano il consumatore a uno spazio digitale “aggiuntivo” rispetto all’etichetta". 


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Che cos'è QualityChain?

QualityChain è un nuovo modo di concepire il prodotto agroalimentare, che parte da una considerazione piuttosto semplice: siamo nel 2020, nel pieno della rivoluzione digitale, eppure ancora oggi i prodotti vengono esposti esattamente come cento anni fa. Vediamo il colore della confezione, un marchio sull’etichetta, se proprio andiamo a cercare anche una tabella nutrizionale e il logo BIO, ma niente di più che possa darci un’idea sul perché dovremmo acquistare un particolare vino rispetto a un’altro, questo o quel pacco di pasta.


Con QualityChain cerchiamo di superare questo limite e trasformare il prodotto in un’esperienza digitale, utilizzando dei QR code appositi che collegano il consumatore a uno spazio digitale “aggiuntivo” rispetto all’etichetta, nel quale il produttore ha la possibilità di mostrare in che modo il suo prodotto si differenzia dagli altri, sia in termini tecnici e produttivi che in termini di storia e valori dell’azienda.

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Com'è nato il progetto QualityChain?

Io e i miei soci, Carlo e Ciro, siamo nati e cresciuti in Sardegna, una realtà a cui siamo molto legati e che vive di piccole realtà agroalimentari. Da quando l’abbiamo lasciata per la Svizzera, ormai tre anni fa, abbiamo avuto in mente di creare qualcosa che potesse aiutare queste piccole e medie imprese a differenziarsi e a comunicare tutto ciò che distingue i loro prodotti dalle alternative più economiche proposte dalla GDO. Per fare questo abbiamo messo insieme la nostra passione per la qualità e le nostre competenze in ambito tecnologico (e nel campo della tecnologia blockchain in particolare), e da questo impegno è nata QualityChain.

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Quali sono gli elementi differenziali che lo contraddistinguono?

Siamo molto concentrati sul nostro cliente, che è il produttore, e il nostro focus principale è quello di offrirgli un servizio utile senza rendergli la vita difficile.

Per questo motivo la nostra parola d’ordine è accessibilità, sia in termini di prezzo (un abbonamento mensile a portata di micro impresa), che in termini di semplicità d’uso. Tutto il lavoro del produttore si riduce a compilare un form e inserire il QR nel packaging, e in cambio ottiene un sito web nuovo di zecca, un nuovo canale per i suoi consumatori e in futuro anche la possibilità di vendere prodotti online.


Per aggiungere un fattore di trasparenza ulteriore facciamo anche uso della tecnologia blockchain per rendere indelebili le informazioni registrate dai produttori, di fatto responsabilizzandoli davanti ai loro consumatori. A differenza di un normale sito web che può cambiare dall’oggi al domani, una registrazione su blockchain è “scolpita su pietra”,  qualsiasi modifica lascia una traccia, e questo raddoppia l’attenzione del produttore su quello che dice riguardo al suo prodotto.

La nostra parola d’ordine è accessibilità, sia in termini di prezzo  che in termini di semplicità d’uso.

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Qual è la risposta del mercato? C'è difficoltà a farlo "digerire"?

C’è un po’ di resistenza da parte dei più “tradizionalisti”. Dobbiamo sempre tenere a mente che ancora oggi moltissime aziende agroalimentari non hanno nemmeno un sito web, in tanti dicono “sto bene così, perché cambiare?”.

Per fortuna però ci sono anche tanti produttori molto aperti all’innovazione, che hanno tanta voglia di fare cose nuove e esplorare nuove soluzioni, specialmente i giovani. Piano piano abbiamo capito il loro modo di pensare e quali sono i loro problemi reali, e abbiamo imparato a comunicare la nostra idea più efficacemente. Ci sono volute un sacco di telefonate in cui ci hanno chiuso il telefono in faccia, ma alla fine ne è valsa la pena.

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Cosa ne pensi delle etichette attuali?

Che non ci bastano più. Sono e resteranno una parte fondamentale del packaging del prodotto, e in Italia abbiamo dei designer che riescono a creare delle vere e proprie opere d’arte, ma il consumatore di oggi ha una fame di informazioni che non può essere soddisfatta con quattro frasi scritte su un pezzo di carta.

Per non parlare poi del discorso export, che ci mette davanti il problema di dover parlare in dieci lingue diverse con una singola etichetta. Chi glielo spiega al consumatore giapponese quello che rende speciale un vino italiano pregiato, chi lo guida nella degustazione? Queste situazioni ci mettono di fronte alla necessità di sfruttare appieno i nuovi strumenti e le nuove capacità acquisite dal consumatore, come può essere quella di scansionare un QR code.

Il consumatore di oggi ha una fame di informazioni che non può essere soddisfatta con quattro frasi scritte su un pezzo di carta

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Quali sono i trend attuali o che potranno nascere rispetto alle etichette del vino?

Sicuramente vedremo un boom di QR code. La pandemia ci ha messo nella situazione di dover imparare a scansionarli, anche banalmente per vedere il menù del ristorante, e ora moltissime persone che avrebbero detto “mai e poi mai” hanno iniziato a farne uso.

Questo si collega senza dubbio al tema della augmented reality. QualityChain è solo il primo passo verso un prodotto che sarà sempre più “aumentato” dalle tecnologie digitali. In un giorno non troppo lontano potremo, con l’uso di visori appositi, toccare la bottiglia ed essere trasportati direttamente nella cantina, vedere davanti a noi la vendemmia e conversare faccia a faccia con l’enologo della cantina, che ci spiegherà tutto ciò che c’è da sapere sul vino che abbiamo acquistato.


Un altro trend che penso prenderà piede sarà quello dei design “contemporanei”. Penso che sempre più produttori cercheranno di distinguersi con un look più moderno, uscendo dagli schemi attuali che cercano di far sembrare ogni bottiglia antica e importante.

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C'è qualche cantina che ha aderito al vostro progetto e che vorresti menzionare?

Sicuramente la cantina Lefiole, nell’Oltrepò Pavese. Oltre a produrre vini eccellenti, Silvia e Elisa sono state le prime a darci fiducia e ci hanno insegnato tanto su come funziona il mondo della vitivinicoltura, dando un contributo fondamentale al nostro modo di approcciare il prodotto.

Un’altra cantina che sicuramente merita menzione è la Cantina De Toma, con cui abbiamo avuto il piacere di collaborare per raccontare il loro Moscato di Scanzo, un vino davvero unico nel suo genere: basti pensare che al mondo esistono solo 31 ettari vitati a Moscato di Scanzo, il che lo rende la DOCG più piccola d’Italia. 

Pensare che una cantina che ha prodotto la sua prima bottiglia nel 1894 abbia deciso di rinnovarsi e utilizzare il nostro prodotto mi dà grande fiducia nel futuro di QualityChain.

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Visto che siete una start-up, come state vivendo la situazione attuale? Come vedi il futuro?

Per noi il remote working non è stato un ostacolo insormontabile, molte delle nostre partnership sono nate a distanza proprio durante il periodo del lockdown. Per quanto riguarda il nostro mercato c’è naturalmente grande incertezza, tante aziende sono in ginocchio e di conseguenza hanno altro a cui pensare. Per capire e abbracciare il nostro progetto serve una mente aperta e sgombra da preoccupazioni, e soprattutto fiduciosa nel futuro. Speriamo che gli interventi economici in aiuto delle aziende possano ridare ossigeno alle PMI e permettere loro di rialzare la testa. 

Per capire e abbracciare il nostro progetto serve una mente aperta e sgombra da preoccupazioni, e soprattutto fiduciosa nel futuro

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Sul lungo periodo qual è la prospettiva del vostro progetto?

Al momento ci stiamo concentrando sull’ingrandire la nostra famiglia di produttori, diffondendo quanto più possibile il nostro approccio innovativo al prodotto che mette l’informazione e la consapevolezza al primo posto. 

Il nostro obiettivo finale è far evolvere la nostra QualityChain in un vero e proprio “Quality Network”, superando i confini del singolo prodotto e creando reti di valore attraverso le quali sia possibile lo scambio di informazioni non solo tra imprese e consumatori, ma anche fra impresa e impresa, sia del settore produttivo che di altri come la ristorazione e la vendita. A quel punto sarà possibile realizzare la nostra vision: un mondo in cui i produttori possono dedicare la loro attenzione non solo a vendere, ma anche e soprattutto a informare e educare sulla qualità dei prodotti.

Ringraziando Saverio per la disponibilità, non possiamo che ribadire la bontà e lungimiranza di questo progetto. Noi l'abbiamo provato durante la visita alla cantina leFiole e ne siamo rimasti stregati. Un progetto che garantisce alle aziende non solo sicurezza dei propri dati attraverso la tecnologia del blockchain, ma anche la possibilità di comunicare tutto ciò che si vuole sulla propria cantina.  

Permette di dare un valore distintivo ai propri prodotti e in un mondo iper convenzionale e concorrenziale, riuscire a far emergere le proprie qualità attraverso un etichetta moderna vino può garantire un futuro prospero.

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